Il filo di Sofia

Le Fate, di vale_karma

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view post Posted on 14/3/2011, 13:09
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Fata livello 110
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Valeria, fata livello 110


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La mia fata



Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Fata"
Categoria: Personaggi delle fiabe

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Impostato da Valeria

La fata è una creatura leggendaria presente nelle fiabe o nei miti di origine principalmente italiana e francese, ma che trova comunque figure affini nelle mitologie dell'Europa dell'Est.

Nell'originale accezione dell'Europa meridionale (senza influenze celtiche) è totalmente sovrannaturale, cioè non ha nulla di umano se non l'aspetto. Il nome fata deriva dall'altro nome latino delle Parche, che è Fatae, ovvero coloro che presiedono al Fato (dal latino Fatum ovvero "destino"). La fata è un essere etereo e magico, una sorta di spirito della Natura.

Indice
1 Origine
2 Fairies e fate
3 Credenze locali
4 Aspetto
5 Vita
6 Compiti
7 Carattere
8 Le fate nelle arti figurative: la fairy art
9 Fate di Cottingley
10 Le fate dei monti Sibillini
10.1 Archeologia

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Origine
Le fate italiane sembrano ereditare i loro poteri ed il loro aspetto da alcuni personaggi della mitologia classica, ovvero principalmente dalle ninfe e dalle Parche. Come le ninfe, esse sono spiriti naturali che hanno sembianze di fanciulla; come le Parche presiedono al destino dell'uomo, dispensando vizi o virtù.

Le prime fate appaiono nel medioevo come proiezione delle antiche ninfe, ma vengono per la prima volta ufficializzate verso la fine del medioevo e prendono l'aspetto classico delle dame dell'epoca, che indossavano ingombranti copricapi conici (hennin) e lunghi abiti colorati. Man mano venne attribuita loro la verga (bacchetta) magica che possiamo ritrovare anche nell'Odissea (Circe).

Successivamente ogni fiabista ha aggiunto particolari al loro carattere. Un bello spaccato di come sono le fate lo troviamo ne La bella addormentata sia di Perrault sia dei fratelli Grimm ed ancora in Pinocchio, dove alle fate viene ufficialmente assegnato il colore blu, colore del sovrannaturale e della magia.

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Fondamentalmente l'assonanza ha portato ad associare la fata alla fairy inglese e celtica (presenti in alcune commedie dello stesso William Shakespeare), ovvero ad alcuni esponenti del piccolo popolo piccoli e con le alucce, malgrado che - secondo molti - con questi ultimi non abbiano assolutamente a che fare; la differenza sostanziale consisterebbe nel fatto che le fate vogliono interagire con gli umani, mentre le fairies preferiscono rimanere invisibili all'occhio umano.

Credenze locali
Nei racconti popolari della Romagna un posto di rilievo è dedicato agli esseri fatati. Uno studio pubblicato nel 1927 da Nino Massaroli (Diavoli, diavolesse e diavolerie in Romagna) rappresenta quasi sempre la fata, quale fiorisce nelle novelle del focolare romagnolo, sotto forma di una veccia-vecchina; pulita, linda, dall’aria casalinga e simpatica di nonnina (…) Essa ha un preciso e gentile incarico, un esatto compito: disfare i malefici delle streghe; difendere le creature prese di mira dai geni del male, dai mostri della notte (…) Le fatine romagnole amano mostrarsi sotto forme piccolissime (…) La fata romagnola abita nella cappa del camino, sulla quercia dell’aia, nei pignattini del pagliaio (il pagliaio romagnolo s’erge sull’aia a forma conica retto da un’asta interna, sulla cui cima mettono un orinale od un pignattino per scongiurare le streghe).

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Le fate romagnole dispensano protezione in particolare ai bimbi appena nati. Per ricevere la loro benevolenza occorreva svolgere vari rituali scaramantici come quello di offrire pani bianchi o rosate focacce (…) durante il loro passaggio, che in vari luoghi dell’Alpe di Romagna, avviene al vigilia dei morti, o la notte di Natale o dell’Epifania oppure recitare paròl faldédi (parole fatate) ed anche formole d’invocazione che in Romagna Toscana usavano dire a propiziarsi la fata del mattino nel mettersi in viaggio, e che vive tutt’ora in bocca ai fanciulli romagnoli: Turana, Turana - Rispondi a chi ti chiama - Di beltà sei regina - del cielo e della terra - di felicità e di buon cuore.

Alle fate è infine dedicato un racconto ambientato nelle colline fra Castrocaro e Faenza:

« Sotto Monte Sassone, accanto ai ruderi del castello della Pré Mora (Pietra Mora), nel banco dello spungone sullo strapìombo della voragine del rio della Samoggia, fra le colline a monte di Faenza e Castrocaro nella zona di demarcazione dell’antico confine fra la terra del Papa e quella del Granducato, sono scavate le quattro grotte delle fate (chiamate anche busa – buca - e camaraz – cameraccie). Questa pietra era un prodigioso palazzo, nei lontani millenni delle Fate che lo disertarono quando l’uomo non credette più alla poesia, ma vi lasciarono, pegno del ritorno, i loro magici telai d’oro, su cui l’anima tesseva le canzoni che nessuno sa più! E perché l’uomo non ne facesse sua preda, confidarono la guardia dei telai a un biscione che sibila minacce e con un soffio precipita nella voragine le ladre scalate, quando mai tentassero le porte inviolabili. »
(L. de Nardis, La Piè, 1925.)

Aspetto

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Johann Heinrich Füssli, La regina delle fate con il principe Artù, 1788



Le fate sono tutte di sesso femminile ed hanno le sembianze di una donna non molto alta e molto gracile dalla pelle chiarissima, quasi perlacea. Il loro abbigliamento è quello tipico delle donne del XIV e XV secolo con il caratteristico Hennin (ovvero un lungo cappello conico o a tronco di cono) ed abiti variopinti. Ogni fata indossa un abito di un unico colore che rispecchia la sua personalità. Inoltre portano gonne lunghissime per coprire eventuali deformità (quasi ogni fata presenta infatti una parte del corpo bovina o caprina, come code, zoccoli ed alcune persino la testa) e cappelli lunghissimi per sembrare più alte.
Le fate vivono molto a lungo, ed una volta che finiscono la loro vita non muoiono, ma si incantano nei propri palazzi dove restano per l'eternità (da Perrault).

Nonostante, quindi, possano raggiungere età molto avanzate, hanno la possibilità di mostrarsi sotto qualsiasi spoglia esse vogliano, che sia di bambina (da Collodi), di giovane o di anziana. Hanno infatti pieni poteri di trasformarsi in ciò che vogliono.

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La nascita delle fate è avvolta nel mistero. Alcune ipotesi (anche se non avvalorate da nessuna fiaba o mito) ritengono che le fate siano prodotti spontanei della natura o anche che abbiano una madre comune, una specie di ape regina che le origina tutte.

Varie fonti letterarie (Basile, Calvino, Perrault ed altri) attestano che le fate abitano spesso in palazzi sotterranei molto lussuosi, accessibili solo da personaggi prescelti. Non è neppure raro che le fate sposino umani, i loro figli tuttavia raramente ereditano poteri.

Compiti
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Sono esseri che hanno come compito quello di vegliare sulle persone come angeli custodi, quindi di dispensare pregi e virtù tramite le loro Fatagioni (Basile) e di proteggere i bambini, vengono infatti definite "comari" (o madrine nella accezione moderna) e si prendono cura di un figlioccio che viene o affidato loro dai genitori stessi, o viene da loro prescelto.

Spesso le fate scelgono il proprio protetto sottoponendolo ad una prova di carità, solitamente tramutandosi in mendicanti bisognosi (vedi Le Fate di Perrault)

Carattere

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La loro indole tuttavia non è univocamente buona. Oltre alla vanità ed all'egocentrismo che le distingue, sono fortemente permalose ed irascibili, un solo torto può scatenare la loro ira ed il loro dispetto può trasformarle in furie e può spingerle a lanciare maledizioni. Hanno quindi oltre ad un ruolo di premiazione anche un ruolo fortemente punitivo.

Le fate nelle arti figurative: la fairy art
Per approfondire, vedi la voce pittura vittoriana

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Si definisce fairy art un movimento artistico tipicamente britannico che ha a che fare con la raffigurazione di fate in pittura, illustrazione e fotografia: durante il periodo vittoriano, la raffgurazione artistica delle fate conobbe il suo periodo di massimo splendore, con artisti come Arthur Rackham e John Anster Fitzgerald.

Fate di Cottingley
Per approfondire, vedi la voce fate di Cottingley.



Nel 1917, due ragazze, Frances Griffith e Elsie Wright, scattarono alcune foto ritraendole in compagnia di fate. Sul primo momento nessuno diede credito alla storia delle bambine, neanche le loro madri, che infatti tennero segrete le foto. Nel 1919 però la madre di Elsie Wright inviò le fotografie della figlia ad un'associazione teosofica. Sir Arthur Conan Doyle, si interessò al caso, scrivendo un libro: The Coming of the Fairies. La storia aveva raggiunto una portata enorme, negli anni ottanta, anno in cui morirono le protagoniste del caso, queste rivelarono la verità. Il tutto fu il frutto di uno scherzo, le due bambine ritagliarono del cartone dandogli la forma di una fata per poi colorarlo e aggiungergli dettagli. Nel 1986, Francis, era in età piuttosto avanzata, confessò la falsità delle prime quattro foto, e aggiunse che la quinta fu l'unica ad essere stata realmente scattata in compagnia di fate e gnomi veri.

"La radura nel bosco incantato "
"Quando doni qualcosa dona la parte migliore di te stesso"


Ma che cosa era successo, precisamente, ottant’anni fa a Cottingley?

In quell’anno una bambina di nove anni, Frances Griffiths (1907-1986)

si era trasferita nella località dello Yorkshire dal Sudafrica,

andando a vivere insieme con la madre in casa di una zia materna

che aveva una figlia di sedici anni, Elsie Wright (1901-1988).

Un giorno Frances ed Elsie tornano a casa bagnate. Rimproverate,

spiegano che presso un ruscello si sono sporte per vedere le fate.

Trattate da bugiarde, chiedono in prestito la macchina fotografica del padre di Elsie,

e tornano a casa con una fotografia dove Frances è circondata da quattro fate danzanti.

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Che cosa c’entra Conan Doyle con le fate di Cottingley?

C’entra molto. Fu infatti proprio Conan Doyle

a diffondere negli ambienti teosofici ed esoterici di tutto il mondo

la notizia delle apparizioni delle fate a Cottingley,

prima con due articoli sullo Strand Magazine,

del dicembre 1920 e marzo 1921 e quindi con un libro,

The Coming of the Fairies (“La venuta delle fate”), pubblicato a Londra nel 1922

e quindi in una seconda edizione ampiamente rivista nel 1928.


Le fate dei monti Sibillini
Per approfondire, vedi la voce Sibilla Appenninica.

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Le Fate dei monti Sibillini animano le narrazioni, le leggende e le tradizioni di magia e simbolismo legate al territorio compreso tra il monte Vettore e il monte Sibilla. Descritte come giovani donne di gradevole aspetto abitatrici della grotta della Sibilla, oracolo degli Appennini, esse costituivano la sua stessa corte. Dedite all’insegnamento delle arti femminili del tessere e del filare amavano scendere nottetempo a valle per intrattenersi nelle danze con i pastori locali seguendo scrupolosamente il rituale di ritirarsi in montagna prima del sorgere del sole.
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Spero piaccia la mia ricerca.

Edited by perla lunare - 25/11/2023, 08:27
 
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view post Posted on 4/10/2012, 04:31
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Le fate, nella leggenda e nelle favole, sono le ancelle buone che aiutano gli esseri umani con la magia (utopica).
Nella vita reale esse si possono paragonare alle mamme in primo luogo, e poi alle crocerossine, alle maestre, alle suore, alle amiche dolci che dicono sempre una parola buona.
Nelle favole ci sono anche le fate cattive, lo sappiamo, nella vita reale no, ci sono solo quelle brave, altrimenti non sarebbero fate. (parola di perla!)



Edited by perla lunare - 13/5/2020, 09:20
 
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view post Posted on 14/7/2013, 12:02
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La nascita delle fate è avvolta nel mistero.

Anche quella degli uomini, forse un po meno!
 
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view post Posted on 13/5/2020, 09:01
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Le quattro fate del forum, due attive e due a riposo.

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view post Posted on 13/5/2020, 11:37
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Ecco il mio capolavoro!!!

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view post Posted on 25/11/2023, 08:09
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Archeologia
Le sembianze del dio Cervo (Cernunnos) sono presenti, tra l’altro, sui capitelli della cripta della chiesa di S. Lorenzo a Montemonaco (AP). L’edificio sacro si trova in una zona chiamata “Vallegrascia” (Valle Grassa) e la sua dislocazione sicuramente fa riferimento a questa divinità del Popolo delle Fate che rappresentava l’abbondanza (viene sempre raffigurato con la cornucopia mentre amorevolmente nutre i serpenti).

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view post Posted on 7/12/2023, 19:45

Con amore o niente

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CITAZIONE (perla lunare @ 13/5/2020, 12:37) 
Ecco il mio capolavoro!!!
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Beĺ lavoro,come tutti d'altronde!

Edited by perla lunare - 15/12/2023, 07:23
 
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